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Negli anni, il nome di Veronica Panarello è rimasto impresso nella memoria collettiva come quello di una giovane madre coinvolta in una vicenda che ha sconvolto l’intero paese. Prima dell’evento che ha segnato la sua esistenza, Veronica era una ragazza di provincia con una vita apparentemente normale. Originaria di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, si era sposata giovanissima e aveva due figli.
La vita quotidiana di Veronica sembrava quella di molte altre giovani donne: divisa tra la famiglia, le responsabilità di madre e moglie, e una routine scandita da piccole gioie e difficoltà. Chi la conosceva la descriveva come una persona tranquilla, anche se con un carattere a volte introverso. Nonostante ciò, era difficile immaginare che dietro quella facciata ordinaria potessero nascondersi eventi capaci di sconvolgere un’intera comunità.
Nel 2014, la sua vita e quella della sua famiglia cambiarono per sempre, diventando il centro di un caso mediatico che attirò l’attenzione di tutta Italia. Veronica venne sottoposta a intense indagini, mentre i media scavavano incessantemente nella sua vita privata, nel tentativo di ricostruire ciò che era realmente accaduto.
Le prime reazioni dell’opinione pubblica furono di incredulità. Ci si interrogava su come potessero verificarsi eventi simili all’interno di contesti apparentemente sereni. Il caso sollevò interrogativi non solo sulla famiglia Panarello, ma anche su questioni più ampie, come il ruolo dei genitori e le pressioni della società moderna.
Eppure, c’è ancora molto di non detto. Quali dettagli sono emersi in questi anni? E quali segreti possono celarsi dietro gli eventi del passato? Le risposte, tra testimonianze e verità processuali.
Erano le 13 del 29 novembre 2014 quando Veronica Panarello denunciò la scomparsa del figlio, Lorys Stival, un bambino di appena 8 anni. Quel giorno, Santa Croce Camerina, un piccolo comune in provincia di Ragusa, divenne il centro di un evento che avrebbe scosso l’Italia intera. Poche ore dopo la denuncia, il corpo del piccolo Lorys fu ritrovato in un canalone non lontano dal paese.
Sono passati dieci anni da quel giorno, e il ricordo di Lorys è ancora vivo nella memoria di chi lo ha amato. La madre, Veronica, è stata condannata nel 2019 in via definitiva a trent’anni di reclusione. Tuttavia, la sua vicenda giudiziaria non si è conclusa: su di lei pendono altri due procedimenti penali, uno per calunnia, attualmente non definitivi.
Secondo la ricostruzione processuale, la donna avrebbe ostruinto le vie aree del figlio con delle fascette stringicavo, per poi gettare il suo corpo nel canalone. Nei lunghi interrogatori, Veronica fornì versioni discordanti, inizialmente sostenendo di aver accompagnato Lorys a scuola, salvo poi essere smentita dalle immagini di quarantuno telecamere che documentarono il suo tragitto.
Oggi, Veronica Panarello sta scontando la pena nel carcere di Torino, dove si dedica a lavori come cucire e cucinare. Il suo avvocato, Francesco Villardita, ha raccontato che mantiene una condotta esemplare e parla spesso di Lorys e del figlio più piccolo, mostrando segni di rimorso. Tra un paio d’anni, potrebbe iniziare a beneficiare dei primi permessi.
L’ex marito, Davide Stival, ha ricostruito la propria vita lontano dalla Sicilia, trasferendosi al Nord con il figlio più piccolo. Il ricordo di Lorys resta però un faro costante per lui: “Non passa giorno senza che io pensi a lui. Guardando le stelle, sento che è sempre accanto a me“. Oggi, a Santa Croce Camerina, verrà celebrata una messa in ricordo di Lorys, un momento di raccoglimento che unisce chi lo ha amato e non lo ha mai dimenticato.
L’articolo Veronica Panarello, la notizia improvvisa dopo 10 anni proviene da Notizie 24 ore.
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Notizie 24 ore
DALL’ITALIA
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