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A più di 260 chilometri dal Circolo Polare Artico, in una baita lappone, Giorgia Meloni ha risposto con un sorriso alle voci su un possibile ritorno di Matteo Salvini al Viminale. Il vicepremier leghista, recentemente assolto nel processo legato al caso Open Arms, aveva infatti alimentato le speculazioni dichiarando che, dopo la sua assoluzione, la possibilità di tornare al Ministero dell’Interno non era più preclusa. Un tema che, per quanto riguardava la premier, doveva essere però chiuso rapidamente.
In conferenza stampa a Saariselkä, durante un vertice europeo con Svezia, Finlandia e Grecia, Meloni ha minimizzato le parole di Salvini. Senza attaccarlo frontalmente, ma con un sorriso, ha commentato: «Mi pare un fatto che l’oggetto del processo a Salvini fossero le sue scelte politiche, piuttosto che effettivi reati, e che la giurisdizione sia stata usata per condizionare la politica». Concludendo con un apprezzamento per il lavoro di Matteo Piantedosi, attuale ministro dell’Interno: «Oggi è chiaro che sia io che Salvini siamo contenti dell’ottimo lavoro che sta facendo il ministro dell’Interno».
Il silenzio della Lega e le dinamiche interne
Nel frattempo, Fratelli d’Italia ha iniziato a frenare sull’ipotesi di un ritorno di Salvini al Viminale, temendo che ciò avrebbe indebolito la posizione del partito di Meloni nella gestione dei flussi migratori. Alcuni esponenti di FdI hanno sottolineato come il ritorno del “Capitano” avrebbe potuto dare alla Lega un vantaggio strategico sulla lotta all’immigrazione clandestina, drenando consensi proprio mentre il governo sta cercando di dare i suoi frutti sulla questione, con la realizzazione di centri in Albania.
Meloni ha inoltre affrontato la questione durante il vertice, rispondendo a una domanda dei giornalisti sul futuro dei centri di Shengjin e Gjader, in Albania. La presidente del Consiglio ha dichiarato che ci vorrà più tempo per avere una lista europea di paesi sicuri, necessaria per sbloccare l’operatività di questi centri, aggiungendo che sono in corso alcuni problemi nell’interpretazione delle regole contenute nel protocollo con l’Albania.
Il tema dei migranti ha dominato anche le discussioni interne al governo. Meloni ha annunciato per domani un vertice a Palazzo Chigi con il Viminale e gli esperti della Farnesina per comprendere come continuare il progetto dei centri, soprattutto dopo la pronuncia della Cassazione. La Corte, infatti, ha confermato che è diritto del governo stabilire quali siano i paesi sicuri, lasciando ai giudici il compito di decidere nei singoli casi, senza disapplicare l’intero decreto governativo. Una decisione che, secondo Meloni, rappresenta un passo positivo per la gestione del fenomeno migratorio in Italia.
Giorgia Meloni ha quindi chiuso temporaneamente il capitolo su Salvini e il Viminale, ma la questione rimane sul tavolo, tra ambizioni politiche e delicate trattative internazionali sulla gestione dei flussi migratori.
L’articolo Meloni dalla Lapponia frena i sogni di Salvini: “Viminale? Certo che no” proviene da Notizie 24 ore.
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