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L’intelligenza artificiale, ormai, è entrata nella nostra quotidianità. Se la cosa piace a parecchi, appassionati di tecnologia e scienza, ad altri spaventa, specialmente dopo l’introduzione di Meta Ai all’interno della piattaforma di messaggistica istantanea Whatsapp.
Tutti noi la utilizziamo all’ordine del secondo, in quanto veloce, gratuita, accattivante quanto a grafica, interagendo con amici, colleghi di lavoro, familiari etc, in modo molto rapido, rispetto ai vecchi sistemi di messaggistica che annoiano decisamente .
Ogni nuova trovata di Meta divide fortemente la pubblica opinione, specialmente Meta Ai, questo robot digitale che vorrebbe, così si dice, rispondere a domande, fornire suggerimenti e migliorare l’esperienza utente all’interno delle piattaforme di messaggistica.
Meta Ai, questo nuovissimo assistente, basato su modelli avanzati di machine learning (ovvero apprendimento automatico) e intelligenza artificiale generativa, è divisivo e questo è evidente ma quello che stiamo per dirvi è tassativamente da annotare, in quanto risponde alle domande impaurite di milioni di italiani che non hanno accolto di buon grado l’ingresso di Meta Ai nella nostra quotidianità sull’app di messaggistica.
Dal momento che l’ Intelligenza Artificiale è approdata su Whatsapp, ecco cosa non dovete dire mai.
L’ intelligenza artificiale (IA) è arrivata su Whatsapp, come parte integrante della stessa e se è vero che ha portato un’aria di innovazione, le critiche non sono mancate, così come i timori degli utilizzatori ,dal momento che esistono dei lati nascosti del progresso che fanno paura.
WhatsApp ha introdotto il robot digitale Meta Ai per migliorare l’esperienza degli utenti, rendendo le comunicazioni ancora più fluide e intuitive.
Eppure, è innegabile che questo comporti l’accesso di Meta AI ad un gran numero di informazioni. Questo non significa che dobbiamo fornire ad esso i nostri dati personali sensibili, anzi, va evitato tassativamente di condividere dettagli come numeri di carte di credito, password o altre informazioni private, per non incorrere in frodi o furti di identità.
Ci sono altre cose che gli utenti non devono mai fare. Va evitato di rivolgere all’assistente digitale domande troppo personali, pur essendo progettato per rispondere a una vasta gamma di domande. L’intelligenza artificiale potrebbe rispondere inadeguatamente ma l’ipotesi peggiore è che possa raccogliere informazioni, impiegate poi, per scopi indesiderati.
Meta AI è stato progettato per rispondere a molte domande, ma sbaglia anch’esso, fornendo risposte errate o incomplete. Anche in questo caso, sta a noi deciderne l’utilizzo e capire che, se da un lato può esserci utile a risolvere determinate problematiche, dall’altro può sbagliare, quindi non dobbiamo mai prendere per verità assolute le risposte che ci fornisce. Si sa, l’intelligenza artificiale sta sempre più entrando nelle nostre vite e questo genera forti polemiche tra chi accetta di buon grado che questo accada e chi ha il timore che possa impossessarsi dei nostri dati sensibili, con tutte le brutte conseguenze del caso. La prudenza, l’attenzione, devono essere massime.
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