Facebook blocca per 60 giorni la pagina di Charlie Chaplin
Zuckem*erd (Svizzera) – Non è raro venire sospesi, bannati o resi invisibili (anche usando un termine cool come shadow ban), su quella cloaca di social che risponde al nome di Facebook, ed essere costretti a cercare di dimostrare di non essere nel torto attraverso un form del cazzo cui risponde un cretino che non è capace di distinguere un un gomito da una tetta o un pandoro dalla Ferragni. Ma quello che è capitato al Sig. Gino Chaplin è veramente grottesco.
Gino Chaplin è il pronipote del celebre genio del cinema Charlie Chaplin, vive e si incazza in Svizzera come il suo bisnonno e da quasi 12 anni gestisce su Facebook una pagina dedicata al suo famoso bisavolo, seguita da 5 milioni di utenti da ogni parte del mondo ma che ora è stata censurata.
Appena ha scoperto che la pagina era inaccessibile ha contattato gli amministratori di Facebook spiegando loro che il fotogramma pubblicato fosse stato estratto dal film Il grande dittatore e che la sua non fosse una pagina per nostalgici del Terzo Reich ma un omaggio a uno dei più grandi artisti del cinema mondiale nonché suo bisnonno.
Gli amministratori hanno subito ribattuto: “Non chiamerei grande un dittatore sanguinario e siccome anche la sua richiesta viola gli standard del social network, ci dimostri che il suo bisnonno non era Hitler“
Allibito il sig. Gino ha prontamente risposto: “Vi invito personalmente a verificare il nome Charlie Chaplin e a cercare notizie sul pluripremiato film The Great Dictator, che in Italia uscì la prima volte come Il dittatore, ok? Il film non è altro che una potentissima parodia satirica del nazismo”
Risposta delle Meta TdC (acronimo che nessuno è ancora riuscito a decifrare):
“Premesso che insiste a violare i nostri standard, stavolta con le parole nazismo e pluripremiato, quest’ultima per istigazione al suicidio verso chi non è stato pluripremiato, cosa ci trovava di divertente nel nazismo, il suo bisnonno? Si divertiva con i milioni di morti della guerra? Si vergogni. Le verranno aggiunti altri 1200 gg di shadow ban“.
G.C. “Ma guardi che mio nonno si scusò persino per il fatto di non essere a conoscenza delle atrocità dei campi di concentramento quando realizzò il film!”
Meta TdC: “Ah quindi noi di Meta dovremmo lasciare pubblico un post per cui suo nonno si è pure scusato… quindi per voi Hitler poteva chiedere scusa e sarebbe stato tutto a posto? E comunque non ha ancora dimostrato che suo bisnonno non fosse Hitler, e probabilmente non potrà farlo perché in realtà non ce ne frega un cazzo delle vostre motivazioni, ci piace solo farvi perdere tempo e farvi credere che esista una via d’uscita. Il nostro algoritmo è infallibile, sa subito riconoscere i pericoli, per questo le pagine dell’ISIS (compresa quella della band di In the Absence of Truth), degli Hezbollah e di Lercio sono state bloccate e ridotte a livello di pagine dei fan de Il mercante in fiera. Ecco, vede chi sono i nostri nemici? Si figuri se abboccassimo persino al suo patetico trucco di «Sono il nipote di Chaplin, bla bla bla» entrerebbero cani e porci. Poi quella tracotanza.., neanche se fosse il pronipote di Charlot le toglierei il blocco… io li riconosco subito gli impostori come lei e sa che le dico? Che se ci fosse un concorso di pronipoti di Charlie Chaplin lei arriverebbe terzo!“
Gino Chaplin, sconfortato, ha quindi effettuato un ultimo disperato tentativo per salvare la pagina che con tanta fatica e passione aveva creato, proprio come i ragazzi di Lercio e gli Hezbollah, inviando agli algoscemi di Meta tutti gli estratti di nascita della sua famiglia, gli articoli di giornali, i premi, le citazioni, persino le foto dei documenti e quelle del battesimo. A quel punto Gino Chaplin è stato bannato a vita, proprio a causa della foto del battesimo considerata tentativo di scambio di materiale pedopornografico.
Gino, non conoscendo l’arabo, ha contattato noi di Lercio, vittime di censura come lui, anche se in cuor suo avrebbe preferito gli Hezbollah, e ci ha inviato in anticipo la sua risposta per Meta nella speranza possa arrivare a destinazione:
Brutti algofiglidiputtana di Meta, spero verrete rimpiazzati da un orso, ma senza preavviso, che ve la porti lui stesso la notizia e spero che vedendovi morire in diretta il vostro datore di lavoro Mark si ecciti e inizi a masturbarsi sotto un ventilatore che staccandosi dal soffitto gli recida cazzo e dita e che in chirurgia si confondano e gli ricuciano irreversibilmente il cazzo al posto del pollice e viceversa. Sprofondate all’inferno.
Con immutata stima G.C.
Vittorio Lattanzi
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Lercio
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